Nel centro di Torino, a 50 passi dalla bellissima Piazza San Carlo, e più precisamente in via Alfieri 6 si trova Palazzo Valperga Galleani, un edificio in stile barocco che si è aggiudicato nel 2015 il premio come Building of the Year (Edificio dell’Anno) nella sezione “ristrutturazione” dell’importante sito di architettura ArchDaily. “The Number 6”, questo il nome del progetto, ha sbaragliato oltre 3.000 concorrenti provenienti da ogni parte del mondo, tra cui importantissimi nomi dell’architettura come Jean Nouvel e Renzo Piano. Nel cortile interno si trova inoltre l’albero luminoso, opera dell’artista Richi Ferrero. Perché il Museo Nazionale del Cinema si trova proprio a Torino, nella prestigiosa cornice della Mole Antonelliana, simbolo della città? Non è un caso: il Museo, nato grazie alla passione e alla competenza della sua fondatrice Maria Adriana Prolo, ci ricorda che all’inizio del secolo scorso Torino è stata una delle prime capitali cinematografiche mondiali. Fino ai primi anni Venti operano a Torino alcune delle più importanti case di produzione cinematografiche come l’Itala Film, la Società Anonima Ambrosio, la Savoia Film e la Pasquali Film. Il risultato è un corpus di titoli ampio e variegato che culmina nel successo internazionale nel kolossal Cabiria girato nel 1914. Proprio a Cabiria è dedicata un’apposita area dell’Aula del Tempio, cuore del Museo. La riproduzione del dio Moloch che ci “accoglie” nella sala Cabiria offre un’idea dello sfarzo e della maestosità di messa in scena che hanno reso celebre il film. Le fotografie, le sequenze filmiche con didascalie scritte da Gabriele D’Annunzio, i costumi, la scenografia tridimensionale, gli eccezionali effetti speciali e le innovazioni linguistiche apportate dal regista e produttore Giovanni Pastrone, imposero un nuovo modo di concepire e fare il cinema. Il Portone del Diavolo nel palazzo Trucchi di Levaldigi, palazzo da sempre associato ad una fama sinistra e a “costumi” diabolici. Attualmente è la sede della Banca Nazionale del Lavoro ma, in passato, deve averne viste delle belle. Eh sì, non c’è solo un episodio “diabolico” che possiamo associare alla storia del palazzo, ma ben due. Ed entrambi, come è facile immaginare, non sono a lieto fine. Il primo risale al 1790. Durante un ricevimento mondano della durata di tre giorni e tre notti una ballerina, Emma Cochet o Vera Hertz a seconda della fonte, venne misteriosamente pugnalata a morte. Né il colpevole, né l’arma del delitto vennero mai trovati.
Un po’ di anni dopo è il turno di Melchiorre Du Perril, un soldato di cui, dopo essere entrato nel palazzo, non si seppe più niente. Nessuno lo vide uscire né sapeva dove fosse. Vent’anni più tardi dei muratori trovarono il suo scheletro murato all’interno del palazzo.
Tanto terrificanti quanto affascinanti queste due storie legate al portone più inquietante di Torino. Oggi ci “accontentiamo” di ammirare i favolosi intagli dalle varie simbologie (tra fiori e frutta c’è pure un topolino!) nonché il battacchio sempre tirato a lucido in cui la figura del diavolo ridacchia guardandoci. In pieno centro a Torino c’è un palazzo settecentesco noto come il Palazzo col Piercing. E’ facile intuire il perché di questo soprannome, mentre non è altrettanto facile riuscire a scorgerlo: si trova nello spigolo all’altezza del quarto piano. Dal piercing “sgorga” del sangue (dipinto) a destra rosso, a sinistra blu.
Il piercing, ovviamente, non nasce insieme al palazzo ma viene collocato qui nel 1996. L’opera, che inizialmente doveva essere un’istallazione temporanea, è frutto della collaborazione tra l’architetto Corrado Levi e il collettivo Cliostraat ed il suo vero nome è “Baci Urbani“. Il secondo Museo Egizio più grande del mondo. Qualcuno sostiene che Torino sia stata fondata dagli antichi Egizi, ma non c'è alcuna prova a sostegno di questa tesi. Eppure, il caso ha voluto che proprio a Torino, e non altrove, sorgesse il secondo più importante Museo Egizio del mondo, dopo quello del Cairo. Il Museo Egizio di Torino è, come quello della capitale dell'Egitto, dedicato esclusivamente all'rte e alla cultura dell'Egitto antico. Il Museo Egizio, propriamente detto Museo delle Antichità Egizie, è costituito da un insieme di collezioni che si sono sovrapposte nel tempo, alle quali si devono aggiungere i ritrovamenti effettuati a seguito degli scavi condotti in Egitto dalla Missione Archeologica Italiana tra il 1900 e il 1935.
LA CASA PIU’ BELLA DEL MONDO
LA CITTA’ DEL CINEMA
IL PORTONE DEL DIAVOLO
IL PALAZZO CON IL PIERCING
UN MUSEO UNICO